Roma, 26 giugno 2025 – Centinaia di famiglie italiane che hanno creduto nello Stato e investito nel Superbonus 110% rischiano oggi di perdere tutto. Case, risparmi, serenità: ogni certezza viene cancellata da una burocrazia cieca e da un’interpretazione retroattiva che ha stravolto il diritto.
A partire dal parere del MEF del 12 novembre 2024, formalizzato in Commissione Finanze, è stato infatti introdotto un criterio restrittivo, valido anche per il passato, che esclude dai SAL (Stati di Avanzamento Lavori) le forniture di materiali “a piè d’opera” – come infissi, caldaie, pannelli già consegnati e documentati in cantiere – vanificando scelte tecniche considerate pienamente legittime da professionisti, stampa specializzata e ordini di categoria.
Le conseguenze sono drammatiche: famiglie che si sono affidate in buona fede a norme, consulenti, direttori lavori e tecnici ora si vedono recapitate richieste di rimborso dall’Agenzia delle Entrate per lavori realmente realizzati. In molti casi, si parla di centinaia di migliaia di euro da restituire, con interessi e sanzioni sproporzionate.
Un caso simbolico ha già scosso l’Italia: quello di un committente di Milano, suicidatosi a febbraio 2025. Un gesto disperato, legato – secondo indiscrezioni – a difficoltà economiche originate proprio dalla morsa fiscale legata al problema dei materiali “a piè d’opera”.
Il clima è quello di una vera e propria emergenza sociale:
- Cittadini trattati ingiustamente sanzionati per errori tecnici in buona fede basati sull’incertezza della norma e non per dolo.
- Contribuenti che hanno già completato i lavori e si trovano ora schiacciati da un debito imprevisto.
- Famiglie costrette a vendere la casa o ricorrere alla magistratura per salvare anni di sacrifici.
Chiediamo con forza al Governo, al Parlamento di ascoltare il grido d’allarme di centinaia di famiglie ed imprese ad agire con urgenza:
- Una moratoria immediata sui recuperi fiscali legati ai SAL contestati.
- Una norma di regolarizzazione che riconosca la buona fede dei cittadini e la legittimità della prassi del piè d’opera, come già proposto da autorevoli Centri Studi e sostenuto anche da recenti sentenze della magistratura.
- Tutela dei diritti acquisiti e salvaguardia della casa come bene primario.
Questo dramma non è solo tecnico, ma umano, civile e istituzionale. Se non verrà affrontato ora, genererà una frattura irreversibile tra cittadini e Stato, minando la fiducia in ogni futuro incentivo pubblico.
Ci appelliamo alla coscienza delle istituzioni, alla stampa, ai cittadini e alle associazioni affinché questa battaglia non resti silenziosa. Difendiamo insieme la legalità, la giustizia e la dignità delle famiglie e delle imprese italiane.
Associazione Esodati del Superbonus